Overview
La città della Spezia
Posta al centro del golfo che dalla città prende il nome, la Spezia deve in gran parte il suo aspetto attuale alle vicende che dalla metà del XIX secolo ne hanno mutato destino e volto. Il grande Arsenale voluto dai Savoia è infatti il motivo dell’ampliamento della città civile, disegnata in modo ortogonale in funzione della nuova e spiccata vocazione militare. La Spezia pertanto offre oggi al visitatore edifici, strade e piazze di impronta otto e novecentesca, dove il rigore del gusto neoclassico si stempera nella morbidezza dell’architettura liberty. Ma l’occhio più attento sarà in grado di cogliere nel suo centro pedonale tracce di un passato più antico, meno vistoso ma altrettanto suggestivo, come ben dimostra il Castello di san Giorgio, di fondazione medievale e oggi sede del Museo Civico Archeologico, che sul breve colle posto alle spalle dell’abitato storico lo domina e lo sovrasta. E ancora nel cuore del centro antico la Piazza Sant’Agostino, dove un tempo si trovava l’importante convento degli Agostiniani, conserva vistosi palazzi barocchi, così come lungo la via Prione e le brevi strade limitrofe è facile incontrare tracce medievali, rinascimentali e ancora barocche. Ma, si diceva, è nell’Ottocento e poi nel Novecento che la Spezia acquista l’aspetto che ancor oggi la connota maggiormente: gli eleganti e vasti Giardini Pubblici collegano il lungomare all’ombra dei portici di via Chiodo, che con l’ortogonale Corso Cavour è l’asse portante della città ottocentesca. Da qui è facile raggiungere i numerosi Musei che costituiscono un patrimonio storico ed artistico d’eccezione, vero fiore all’occhiello della Città, ed allargare lo sguardo ad edifici pubblici e privati di raffinata cultura novecentesca: per tutti si segnalano il Conservatorio di Musica “Giacomo Puccini”, già elegante villa privata, il Teatro Civico, edificato nel 1933 in sostituzione di un precedente edificio neoclassico, ed il Palazzo delle Poste, progettato da Angiolo Mazzoni ed decorato all’interno dei mosaici futuristi di Fillia e Prampolini
La Storia
Le strade sono larghe e le case alte e gialle…“. Eccola Spezia nelle parole di Ernest Hemingway, in un sintetico ritratto di eccezione: la città dei palazzi rivolti al mare e delle ampie vie,a risalire le colline.
Sono proprio le dimensioni dei palazzi che permettono di comprendere come la città abbia conosciuto uno straordinario sviluppo ad iniziare dalla seconda metà ell’ Ottocento, da quando, vale a dire, il grande Arsenale Militare Marittimo voluto dai Savoia ne mutò in gran parte il destino e il volto. In realtà, però, la Spezia ha una storia antica. Capitale dell’effimera Signoria di Niccolò Fieschi nel periodo compreso fra il 1256 ed il 1273, legata inevitabilmente alle vicende di Genova fino alla caduta della Repubblica Ligure, cresce, si modifica, organizza i suoi spazi secondo i moduli della Capitale ligure. E la ligusticità è difatti ancora percepibile tanto sia nel tessuto urbano che nella tipologia edilizia e decorativa. La si coglie percorrendo il carrugio che taglia a metà il centro antico, la via del Prione, così chiamata dalla grossa pietra, in ligure pria, da dove venivano letti i bandi pubblici. Dal mare la si risale, fra tracce sparse, un po’nascoste ma eloquenti della storia trascorsa: sono pietre incise, capitelli e portali in arenaria medievali, bifore di forme già timidamente rinascimentali, fastigi e decori manieristi e barocchi, come quelli che ornano i portali del Palazzo già dei marchesi Doria e quello un tempo dei Principi Massa. Le città liguri sono formate proprio da carrugi, vie strette dove in genere le abitazioni sono poste le une contigue alle altre, case torri accorpate per necessità difensive, e da brevi slarghi dove con maggior agilità diveniva possibile svolgere i commerci e la vita associata in genere, non piazzema campi. Ed ecco allora il campo degli Agostiniani, oggi piazza Sant’Agostino, dove un tempo, nella porzione a monte, era il convento fondato allo scadere del XIV secolo: qui le residenze barocche che costituiscono verso mare una palazzata continua, risultano edificate accorpando precedenti case torri le cui potenti tracce in marmo o in arenaria emergono ancora nelle parti basamentali. Ma il monumento che a tutt’oggi risulta maggiormente rappresentativo della vicenda storica della città della Spezia è certamente il Castello di San Giorgio, sede del Museo Archeologico. Posto su un piccolo rilievo chiamato il Poggio, dominante l’abitato antico, ha conosciuto numerose e continue fasi di edificazione, documentate a partire perlomeno dalla seconda metà del XIV secolo: è a questa data difatti che appare riconducibile la potente torre compresa nella porzione superiore della struttura, oggi conservata solo nelle fondamenta, le murature dotate di feritoie per arcieri poste a settentrione, in direzione del giardino esterno, ed il tratto di mura urbane superstite che dal castello scende in direzione di via XX Settembre. Nel 1443 il Castello subisce un radicale intervento con l’aggiunta del corpo a valle, apprestato per l’utilizzo delle armi da fuoco, mentre un secolo più tardi, nel 1554, si dà avvio ad una totale riqualificazione della parte sommitale dell’edificio. Infine, nel 1607, quando Genova decide un’integrata opera di riqualificazione del sistema difensivo del Golfo, si dà mano agli interventi che ne determinano la forma definitiva. Ma la città è anche in grado di mostrare il suo volto contemporaneo, come dimostrano alcuni interventi significativi intrapresi in anni recenti, quale il ponte intitolato a Thaon di Revel, che proietta la Spezia ancor di più nel suo mare, al grande abbraccio del golfo. E, più che mai, piazza Verdi, dove convergono numerosi edifici pubblici e privati, tra i quali spicca il Palazzo delle Poste, progettato nel 1933 da Angiolo Mazzoni, che conserva all’interno della torre, nella parte piùalta, i mosaici rappresentanti le Comunicazioni terrestri, marittime e aree, opere dei futuristi Fillia e Prampolini. La recente riqualificazione della piazza ha dotato questo brano di città di una spazialità tutta nuova che consente di leggere l’edilizia novecentesca nelle sue linee e nelle sue forme, libera da ostacoli visivi: la sequenza di archi dalla duplice faccia a specchio e dalla vivace cromia, opera di Daniel Buren, ancor più ne dilata e amplifica i confini, in un gioco di rimandi che lega la Spezia al mare e alle colline
Outdoor: i percorsi in città
In Liguria abbiamo un bellissimo paesaggio che può essere reso fruibile a tutti. In particolare La Spezia ed il Suo Golfo sono situati in una posizione centrale rispetto a diversi percorsi di lunga percorrenza quali per esempio la Francigena, il sentiero Liguria, l’Alta Via delle Cinque Terre, l’Alta Via dei Monti Liguri e l’Alta Via del Golfo. Tutti questi percorsi sono collegati tra loro e l’Alta Via del Golfo, sentiero di crinale che percorre le colline intorno alla città, facilita l’accesso alla Spezia. L’Alta Via del Golfo e i sentieri afferenti alla Spezia, cosiddette frecce, hanno costituito la base per creare i percorsi ad anello. Quindi abbiamo una rete sentieristica ben sviluppata ed utilizzata per i percorsi ad anello intorno alla città, soprattutto sul versante occidentale verso Porto Venere e le Cinque Terre, con possibilità di raggiungere le Cinque Terre, la Lunigiana e la Val di Vara. La rete sentieristica può essere raggiunta direttamente dalla città ma anche con mezzi pubblici (battelli e pullman) o privati.
Risalendo lungo i numerosi sentieri che raggiungono le colline punteggiate di chiese, ville, case rurali, è possibile riscoprire molti degli antichi tragitti, spesso abilmente selciati, un tempo funzionali al raggiungimento della città così collegata alle numerose frazioni e ai nuclei storici. Percorrendo ad esempio il tragitto che dalla Chiappa raggiunge il Salto del Gatto si arriva, attraversando un suggestivo folto di lecci, alla pieve di Marinasco, dopo aver toccato la piccola chiesa di Santa Lucia, di fondazione cinquecentesca. Dall’ampio piazzale di Marinasco è possibile proseguire fino a raggiungere il passo della Foce, in bilico fra il mare del Golfo e i boschi della Val di Vara, e da qui, prendendo la strada che conduce al Parodi, si vada a Sant’Anna e si raggiunga nuovamente la città toccando le Toracche, interessante nucleo fortificato di fondazione basso medievale, e ancora Maggiano, sul poggio che immette alla Spezia. Sul versante orientale si può risalire, partendo dalla romanica pieve biabsidata di San Venerio, la via della Lobbia, tangente l’ampia villa da Passano, per giungere a Carozzo e da qui all’abitato di San Venerio. Fra le varie possibilità che la sentieristica consente sulle colline del Golfo si può anche valicare in direzione del mare delle Cinque Terre (una parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre è, in corrispondenza della zona di Tramonti, compresa nel Comune della Spezia) e seguire il tragitto che dall’antico abitato di Biassa scende a Fossola dove è la minuscola chiesa dedicata all’Angelo Custode. Da qui, sul mare che pare senza fine, tenendosi in quota rispetto a Monesteroli e poi Schiara, è possibile raggiungere Campiglia con la sua chiesa dedicata a Santa Caterina.
Il Parco delle Mura alla Spezia è un bel percorso cittadino immerso nel verde con tratti panoramici sul golfo dei poeti.Il progetto di “Riqualificazione e recupero delle mura ottocentesche della Spezia”, ha compreso e interessato tutti quei lavori necessari al recupero ed alla valorizzazione delle mura ottocentesche della Spezia per rendere fruibile il percorso ad esse parallelo che, insieme al manufatto storico esistente relativo alla cosiddetta cinta di sicurezza, viene organicamente inserito in un compendio che si sviluppa per circa 4 km e che viene denominato “Parco delle mura”. Tale parco si estende sull’area collinare della Spezia, abbracciandone il nucleo storico di espansione ottocentesca in un arco, pressoché continuo, in direzione est-ovest a partire dall’area alle spalle della Cattedrale fino alla Collina di Gaggiola ad ovest comprendendo esclusivamente le aree relative ai percorsi posti all’esterno e sopra le mura.Lungo il percorso urbano alcuni cartelli illustrano la storia della fortificazione realizzata nella seconda metà del XIXsecolo per la difesa della base navale della Spezia che all’epoca era la più importante del Paese.La passeggiata all’interno del Parco delle Mura inizia dal piazzale Papa Giovanni XXIII retrostante la cattedrale di CristoRe. La prima parte è una bella scalinata con staccionata in legno immersa nel verde del Colle della Ferrara, un’area che una volta ospitava il convento dei Frati Cappuccini e la villa dei marchesi Oldoini. Gran parte della collina fu spianata tra gli anni ’20 e ’30 del XX secolo per unire il centro storico alla piana di Migliarina permettendo così l’espansione della città e la costruzione di nuovi palazzi lungo Via Veneto.Salendo si arriva così nella parte iniziale delle mura e alla prima area di sosta dove è presente una fontanella dalla quale attingere l’acqua.Lasciata la prima zona panoramica si cammina su un largo sterrato e s’incontra il sentiero 224 che sale da Via dei Colli,altra strada di accesso al Parco delle Mura. Proseguendo si vedono le varie parti delle mura con le caponiere, ovvero i punti che permettevano di controllare i vari lati della cinta muraria. Questa trovata ingegneristica permetteva di avere un fuoco incrociato a raso e di avere così sotto controllo ogni lato. Le mura a differenza di quella dei castelli erano prive di camminamenti di ronda e avevano un’altezza massima che andava tra i 6 e i 7 metri.
Proseguendo in questa zona immersa nel verde, sebbene ci si trovi a poca distanza dal centro cittadino, si raggiunge la seconda tappa del percorso urbano dedicata alle sirene.La Spezia durante la Prima Guerra mondiale fu dotata di sistemi d’allarme antiaereo e tra il ’34 e il ’40 furono installate 22 sirene fisse, collegate tra loro da un sistema di cavi, che erano udibili in ogni zona, e 16 azionate manualmente. Questa rete di comunicazione serviva per allertare la popolazione che in caso avesse sentito il segnale di pericolo dato da 6 suoni della durata di 15 secondi intervallati da pause della stessa durata doveva recarsi nei rifugi sotterranei.In questa parte della passeggiata urbana lungo le mura si può ammirare il panorama sul sottostante quartiere di Valdellora e la zona del porto nonché sulle Alpi Apuane e gli appennini.A metà del percorso lungo il Parco delle Mura della Spezia s’incontra, in prossimità di Porta Isola bella, una grande area di sosta con tavoli, panche e giochi per i bambini.In questo slargo si possono osservare bene le mura, costruite in pietra calcarea, che avevano feritoie per l’avvistamento e la difesa da un eventuale attacco via terra grazie alla presenza di cannoni, mitragliere e batterie. Il sistema difensivo divenne presto obsoleto in quanto non adatto a contrastare gli attacchi dal cielo.Da qui si prosegue, sempre accanto alle mura, sino ad arrivare a un’altra apertura realizzata per consentire l’accesso ad abitazioni private. Si sale lungo la mulattiera in un tratto da percorrere con maggiore attenzione perché più stretto e ripido sino ad incontrare il sentiero 225 che arriva dal quartiere di Valdellora. Qui la passeggiata continua sullo sterrato e si arriva in prossimità dell’abitato di Sarbia, posto a 168 metri di altitudine,dove termina l’area vera e propria del parco delle Mura. Dall’inizio della passeggiata urbana a qui sono circa 2,3 km che si percorrono in 45 minuti camminando a passo lento. A Sarbia passano diversi sentieri coi quali si può proseguire per fare ritorno in città, come il 226 che arriva nel quartiere della Chiappa. Il modo più veloce è fare lo stesso percorso a ritroso oppure continuare il cammino lungo le antiche mura scendendo lungo la scalinata che porta alla strada carrabile che si segue sino ad arrivare a Porta Castellazzo. In questo punto le mura sono state tagliate nel 1906 per far passare la strada verso Sarbia. Superata l’antica porta si scende a destra su Via dei Colli. Alla prima curva si prosegue a destra sulla ripida stradina che segue le antiche mura di fortificazione e arriva in Piazzale Ferro. Da Sarbia a qui si percorre la distanza di 1,33 km in 20 minuti. Un tempo qui, vicino all’Osteria Caràn, si ergeva Porta Genova, la via d’accesso dalla Val di Vara. Fu demolita quando iltraffico urbano divenne più intenso e si rese necessaria la costruzione di una strada a doppia carreggiata. Volendo seguire il tracciato delle antica mura si può salire verso la collina di Gaggiola, accanto al parco della Rimembranza. In prossimità del Santuario di Sant’Antonio da Padova s’imbocca sulla destra la strada che poi diviene un bel viottolo all’interno del parco Nottolino Nottolini. Si arriva così nel quartiere di Rebocco dove un tempo si trovava Porta Vivera. Le antiche mura proseguivano verso l’altro quartiere cittadino dove si ergeva Porta Pegazzano.
Nel corso della prima metà dell’Ottocento la Spezia inizia ad abbattere le mura di ascendenza medievale che ancora la cingevano, proiettando le proprie ambizioni territoriali in direzione degli arenili. In virtù di una vorticosa vita associata in ascesa la città si dota di una piccola porzione di parco pubblico a partire dal 1825, posto in corrispondenza dell’attuale palco della musica, ed il cui toponimo originale, il Boschetto, ci informa della natura paesaggistica, allora tanto in voga,adottata nella progettazione. Già un decennio più tardi il nucleo dei Giardini Pubblici si ingrandisce, acquisendo anche il prato di fronte all’attuale palazzo Doria, su via Chiodo, ma è dopo l’apertura del cantiere dell’Arsenale militare che gli spazi a verde pubblico sono infinitamente più vasti: l’enorme massa di terra ricavata dagli scavi dei bacini verrà riversata infatti a mare allontanando la città dal litorale e concedendo, nello stesso tempo, nuove possibilità al dispiegarsi di quel gusto botanico che aveva già sortito risultati estremamente aggiornati. Nell’ultimo decennio dell’Ottocento, gli spazi utilizzati coincidono quasi perfettamente con la porzione attuale, ma sarà fra gli anni Dieci e Venti del Novecento che il verde pubblico conoscerà l’assetto che ancora oggi lo connota e distingue. Grazie difatti al gusto pittorico di Felice Del Santo la città si doterà degli aranci selvatici ad ornare il pubblico passeggio, dell’umbratile Parco della Rimembranza posto nel quartiere di Gaggiola e, ovviamente, del disegno definitivo dei Giardini Pubblici. All’interno dei Giardini Pubblici, compreso fra le vie Diaz, Italia, Da Passano e Mazzini, con ingresso da quest’ultima, è il Centro Allende, spazio pubblico adibito a manifestazioni culturali, convegni, mostre.
Si puo’ attraversare il centro della città da nord a sud, percorrendo il nucleo storico, partendo dall’ottocentesca Stazione ferroviaria–nell’atrio si noti dove sono le biglietterie, il bel soffitto dipinto da Luigi Agretti con raffigurazioni allegoriche dell’Industria, dell’Artigianato e del Commercio–per giungere fino al mare, aperto al golfo che dalla Spezia prende il nome. E’un itinerario quasi tutto compreso nella zona pedonale, che con brevi digressioni dal tragitto principale permette di conoscere in maniera approfondita molti tra i monumenti e i musei della città. Dal piazzale antistante la stazioni, dove è collocata la scultura di Giuliano Tomaino, composta da omini rossi sovrapposti a formare un cono, non a caso chiamata Oplà, si scende lungo via Paleocapa sulla quale prospettano notevoli edifici di gusto Liberty: tra tutti il bel palazzo Nespolo-Layolo con raffinati inserti ceramici.Al termine della via, al centro della rotatoria ecco l’obelisco marmoreo di Francesco Vaccarone, dal significativo titolo di Raggio di sole, e quindi l’amplia piazza Sanit Bon, dove ancor più si svela la città del Novecento.Raggiunta quindi piazza Garibaldi, dove al centro è la Fontana del Diaologo di Viliano Taraballa, si prende Via prione che taglia a metà il centro storico, fino ai Giardini, ed al mare.In alternativa, sulla destra parte viale Garibaldi, ombreggiato dai platani.Il Viale Garibaldi nasce come arteria militare, a spese della regia Marina, negli anni Settanta dell’Ottocento, poi intitolato all’eroe dei due mondi il 4 giugno 1882. Successivamente il 7aprile 1899 anche la piazza viene dedicata a Garibaldi, qualificandosi importante snodo di raccordo fra la città storica e le nuove necessità anche militari.Non distante dalla piazza, lungo il viale, sulla destra, ecco la Chiesa di Nostra Signora dellaNeve progettata nel 1901 da Giuseppe Ferrari d’Orsara, contemporaneamente impegnato nei lavori di restauro di Santa Maria Assunta, il duomo della Città.